_news #105
04 Giugno 2008
Lettera aperta del Presidente Assoedilizia Avv. Achille Colombo Clerici al Prof. Vittorio Sgarbi
L’Expo 2015 è l’occasione storica per Milano di recuperare il ruolo di capitale morale del Paese.
Un ruolo non solo e non tanto sul piano etico e culturale, quanto piuttosto sul piano dell’impegno civile e di responsabilità sociale e democratica, conquistato lungo tutto il secolo scorso, a cominciare dalla Esposizione internazionale del 1906.

Incontrando, qualche giorno addietro, il Sindaco ad un meeting del Club Ambrosetti, la signora Moratti mi diceva: “ma questo ruolo Milano non l’ha mai perduto”.

E’ vero, anche se, negli ultimi anni la città stava perdendo colpi, e non pochi mettevano ormai in discussione quel ruolo.
A torto: basti considerare il compito di Milano di guidare l’Italia nella competizione internazionale.
Milano e la Lombardia, motore del Paese. Un dato per tutti: il residuo fiscale pro capite di oltre 3.200 euro, per 10 milioni di abitanti.

Ma, anche a livello europeo, uno dei quattro motori d’Europa, (insieme al Rhöne Alpes, alla Catalogna, al Baden Württemberg).

Seconda regione, dopo l’Ile de France per PIL e dopo il Baden Württemberg, per densità industriale.

Certo è che Milano ha vissuto in questi ultimi 25 anni un processo di trasformazione, non solo urbanistica, ma socio-economica, di portata storica.
Un vero e proprio processo di riconversione accelerata, da città produttivo-industriale a città terziaria e finanziaria. Un cambio visibile esteriormente nel paesaggio (dalle ciminiere, ai grattacieli) e nel volto sociale (dalle tute blu, ai colletti bianchi).

Si parla di trasformazione urbanistica di 11 milioni di metri quadrati (1/10 del territorio urbanizzato) di aree industriali dismesse, come se si trattasse della cosa più naturale del mondo.
Quelle aree dismesse non significano solo una grande opportunità per la città (la possibilità di rinnovare integralmente il tessuto urbano in aree significative relativamente centrali).
Vogliono dire soprattutto posti di lavoro perduti, come conseguenza del venir meno del volano dell’industria; l’esodo dalla città di oltre 200 mila famiglie e la riduzione del PIL con la relativa contrazione della capacità complessiva di spesa della città. E quindi la chiusura di oltre 20 mila esercizi commerciali.

Ma anche pendolarismo, con i problemi di mobilità, di inquinamento, di squilibrio nella gestione dei servizi e della finanza locale. Un ricambio sociale di dimensione macroscopica. Due dati: la sparizione della classe produttiva operaia ispiratrice di una solida cultura, che tra l’altro ha generato molti imprenditori. E l’inserimento nel tessuto cittadino di 250 mila stranieri (tra regolari ed irregolari) su una popolazione totale di 1 milione e 300 mila abitanti.

Questo quadro permette di visualizzare il grosso sforzo che la nostra città sta compiendo per rimanere vitale e competitiva, mettendo in campo tutte le proprie risorse, a cominciare dalle eccellenze milanesi (il sistema universitario – quello sanitario – il mondo commerciale e finanziario – il sistema culturale artistico e turistico).

Certo, qualche segnale di appannamento di immagine e di calo di tenuta cominciava a mostrarsi ora che il percorso di terziarizzazione (il vero motore della riconversione) era ormai giunto a compimento.

Un indicatore sintetico di quel processo di provincializzazione che taluni paventavano: alcune multinazionali, negli ultimi anni avevano trasferito da Milano a Roma la loro sede (Datamat – Gillette – Unilever).

Tra gli indicatori analitici, il fatto che si sta rarefacendo la domanda di locazioni, sia residenziali, sia per uffici.

La prospettiva dell’Expo 2015 dà un nuovo slancio alla nostra città: in termini di appeal, cioè di capacità di richiamo ed in termini di plusvalori economici, per i quali occorre già da ora progettare una ricaduta sul piano sociale e culturale.
Per dare in tal modo un impulso decisivo alla soluzione di alcuni problemi ancora aperti nella nostra città come quello della casa e dei trasporti, e di alcune criticità come quella della periferie.
E per raggiungere un obiettivo strategico: quello di fare della area milanese una regione-hub del nostro pianeta, sul piano non solo economico, ma soprattutto turistico e culturale.

Vorrei indicare in breve sintesi alcuni obiettivi intermedi finalizzati:
- la creazione di un sistema di mobilità abitativa destinata a favorire il dinamismo degli insediamenti contingenti (espositori – addetti – maestranze – visitatori) non solo nel semestre espositivo, ma anche e soprattutto nei periodi precedente e successivo.
Il dinamismo anche della vita ordinaria della nostra città (pensiamo alla fruizione delle eccellenze es. università – sanità – cultura).

- Il potenziamento ed il rafforzamento del sistema Malpensa come hub di primo livello, in collegamento con una compagnia aerea di bandiera del nostro paese.

- Il collegamento funzionale con la rete ferroviaria Svizzera di attraversamento delle Alpi, (il sistema Alptransit del Gottardo e del Loëtshberg) che permetterà l’alta velocità e l’alta capacità lungo l’asse padano-renano.

- La creazione di un sistema turistico/alberghiero che permetta una vasta ricettività del turismo di massa (alberghi a tre stelle), che può esser ampiamente potenziato da accordi tra la nostra compagnia di bandiera ed i tour operators asiatici.

- Giungere, attraverso una efficace politica culturale ad affermare l’immagine nel mondo della nostra regione.
Non è solo un problema di landmark (legato al passato od al futuro che sia, ovvero legato alla finalità ecologica che Milano si è proposta con l’Expo 2015).
Ma è soprattutto un problema di affermazione della cultura stessa della nostra città. Il radicamento della cultura al territorio si realizza quando si percepisce la sensazione di trovarsi al centro dell’essere. Se essere è conoscere, al centro della conoscenza. Se è sentire, al centro dell’emozione. Se è apparire, al centro della visibilità.

La periferia culturale è sinonimo, oltre che di marginalità, di decadenza.
In questo senso credo che bene interpretasse il suo ruolo l’assessore Sgarbi, ponendosi sempre al centro.

Achille Colombo Clerici
Presidente Assoedilizia
© 2007 Neuronica Creactive Machine - Neuronica S.r.l.